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Corriere del giorno

Omaggio di Morea a Mario Schifano

Venerdi, 26 novembre 1999

 

 

Una mostra di rilievo quella inaugurata dal Sindaco alla galleria Il Ponte di Gioia del Colle, uno degli spazi espositivi più vivaci della cuitura artistica cittadina. Nicola Morea uno dei più eclettici artisti pugliesi; premiato di recente a Milano, ha presentato ùna serie 'di opere ispirate alla pittura di Mario Schifano, l'artista scomparso tempo fa. Un modo di interpretare forse con ampia libertà espressiva i temi più diversi, gli aspetti meno noti di una rappresentazione dedicata solo alle ragioni della pittura per la pittura. È il tema della fedeltà a se stessi e alle ragioni dell'arte, in nome di principi assoluti che non ammettono deroghe o cedimenti. E se la "cifra" di Schifano travalica orizzonti tradIzionali per attingere ad altri scenari, ugualmente per Morea il percorso e gli itinerari della ispirazione artistica non hanno confini in forza di una ampia capacità espressiva e di una “resa" artistica che in ogni momento ed in ogni occasione è calibrata e decisa. Allora ecco che la pittura di Morea diventa strumento di comunicazione culturale, artistica tra scenari diversi, perfino temporalmente divisi. Rimane allora la oggettiva ed assoluta rappresentazione del dato pittorico, delle superfici colorate, intensamente colorate, della antropoligizzazione di un rapporto con la Natura come è quello con la Murgia l'altopiano carsico sul quale forse non a caso 65 milioni di anni fa passeggiarono branchi di dinosauri e trecentomila anni fa un cacciatore solitario veniva inghiottito da una voragine mentre in-seguiva una preda. Le opere esposte hanno fili ideologici più stretti di quanto possa sembrare a prima vista. La "innocenza" artistica di Morea è più apparente che 'reale o sostanziale. Al contrario si prèsenta in vesti proteiformi, cangianti, mutevoli come in un gioco pirandelliano di essere e di sembrare.

Omaggio a Schifano 1999

GIOIA~PUTIGNANO E MURGIA DEI TRULLI

Mercoledì 17 Novembre 1999

 

 

Domani alle 18, presso lo studio d'arte “ Il ponte ” a Gioia del e Colle (via Regina Elena 2) si inaugura la mostra del pittore Nicola Morea <

Roma 1998

Un 'imprevedibile rivisitazione di Nicola Morea

Venerdì 15 maggio 1998

 

 

Le imprevedibili rivisitazioni di Nicola Morea - a volte - non mancano di creare sconcerto, anche se le sue ricerche hanno sempre avuto una visione più che figurativa, rivolta piuttosto verso sintesi creative con radici bene individuabili:dallo spazialismo all'informale, alla percezione di percorsi di luminismo astratto, avvalendosi del colore come dato formale ed imprescindibile. Questa ennesima "personale" con ventitre tele alla sua Bottega delle Arti nella nuova rinnovata sede nel centro Storico di Mola di Bari, l'artista l'ha voluta dedicare e Mario Schifano (recentemente scomparso poco più che sessantenne) ritenuto da taluni critici una delle menti dirompenti della sperimentazione d'Avanguardia di questo ultimo trentennio. Infatti con i colleghi Festa ed Angeli appartenne negli anni '60 alla cosiddetta "scuola di Piazza del Popolo" ovvero alla galleria romana 'Tartaruga', dove si raccoglievano coloro definiti protagonisti del maggior dinamismo creativo contemporaneo. Un gusto evolutivo – quello dell’illustre estinto- diremmo traumatico, procedendo come fece,attraverso progressive appropriazioni su molti versanti: come il recuperare risorse e i più vari elementi dai diversi campi dell’estetica. Soluzioni e atteggiamenti dinamici che lo videro scandagliare nel reale come nel surreale, nell'astratto come nell'informale. Elaborazioni improvvise ed emotive - e di qui forse l'accostamento che ha solleticato Nicola Morea - nel cimentarsi in un cosmo di possibilità espressive riconosciutegli d'altro canto in questa occasione, dallo stesso Toti Carpentieri, critico e cultore d'arte sempre attento a registrare quelle ricchezze intuitive dispiegate tramite il pensiero e l'azione che investo- no la società, intravedendo forse in queste forme gestuali parallele un riflesso di istanze liberatorie ed ecologiche, trovando sinanche spunti nei miti e nei reperti della storia. E come il primo soleva dissacrare, l'accostamento di Morea ci riconduce ad una valutazione che per entrambi si esalta in una forma ironica ed allusiva. L'individuo e il suo spazio vitale: un modo di concepire o di decifrare un messaggio in allegorie evocative riversate nelle immagini di un’ottica odierna dove gli schemi hanno rotto i confini in ogni direzione, con l'ansia di esprimere forse - azzardiamo una provocazione che faccia discutere per esempio cosa sia o non si arte. Non crediamo che questa trasgressione di Morea abbia alcuno di questi intenti: il suo è stato - crediamo di non errare – un pretesto di misurarsi con le sue potenzialità in un ansia insieme avvincente ed intensa; di regalarci insomma nuove emozioni su quel filo cromatico,giocato sapientemente su accostamenti in scale di azzurri e di cupi cobalto ( Giochi di delfini" - "Sotto e sopra il mare"), frammisti a splendidi gialli di campi di grano maturo o di rossi spenti e violacei ("Tramonto sulla Murgia"), nell'immensità spaziale - questa si comune ai due - che lo stimola e l'avvolge in una convinzione poetica assoluta, al di fuori di schemi e stereotipi. in una tensione che é aspirazione di ricerca, laboratorio di idee, intervento e contemplazione di concetti intimi e segreti. Mola di Bari, La Bottega delle Arti, C.so Umberto 83 fino al 31 maggio p.v. teleinform. 080/4741583

Roma 1999

I segni e le scritturedi Nicola Morea

Domenica, 29 ottobre 1999 

 

 

L'ansia di ricerca di Nicola Morea appare inesauribile. il momento stesso in cui si è presa coscienza critica di una qualche maniera di esprimersi ecco che saltano parametri e giudizi di riferimento perché un nuovo itinerario è emerso tra le prospettive sino ad allora utilizzate. Un nuovo sentiero di nidi di ragno per dirla alla Calvino è stato individuato nell'immaginifico viaggio attraverso la natura e per la natura. Sicché se - 1' impatto cromatico riferito ad elementi naturalistici, le siepi, i campi di grano, gli splendori dell'alba o la ricchezza opulenta dei tramonti si manifesta in tutta la varietà delle espressioni della tavolozza, in questa rassegna appaiono altri elementi di inquietudine e di indagine. Sono i segni attraverso i quali nel dipinto intervengono frantumazioni di superfici rimaste senza colore, impaginazioni singolari attraverso le spirali in cui il segno si colloca egregiamente accanto al colore, i ghirigori di dinamismi espressivi si coniugano bene con l'atmosfera magica che deriva e nasce proprio dall'uso disinvolto del colore. Il tutto-colore diventa tutto-segno. Il segno si inserisce nel colore, lo aggredisce, lo mutila, e fa sorgere altre superfici, altre dimensioni che rimangono stavolta intonse in un gioco che non può avere fine. Perché creatività e fantasia procedono insieme alla ricerca delle meraviglie concettuali che derivano perfino da uno spirito razionale. Le eliche del DNA sono in agguato. La Chioma di Berenice fluttua negli spazi siderali con il soffio del grande vento che mai cessa. Nicola Morea continua a cercare, irrequieto ed inquieto come un alchimista medievale che sarebbe piaciuto ad Umberto Eco. Con lui la mostra che merita di essere vista.

La Bottega  delle arti

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